Legge 104 e falsi permessi, prestate la massima attenzione
In cosa consiste la Legge 104/92
La nota legge 104 regola la condizione in cui un individuo sia invalido o portatore di handicap abbia bisogno di assistenza. In questo quadro si include anche l’intento di favorire la sua integrazione sociale, l’interazione e l’esercizio dei propri diritti con la legge 104.
Le persone che hanno tali difficoltà accertate da una commissione medica a cui prende parte anche un dottore che fa capo all’Inps, possono presentare domanda di accesso ai benefici, che sono valevoli per loro o per i familiari che prendono l’incarico permanente di assisterli.
E’ importante sottolineare quale sia la differenza tra portatori di handicap (comma 1 art. 3 legge 104), cioè coloro che sono limitati sia nelle normali attività quotidiane che a livello sociale per una patologia che può essere anche progressiva, e invalidi che invece fa riferimento a colui che è inabile del tutto o in parte al lavoro.
Il riconoscimento di un certo grado di invalidità o di gravità dell’handicap oltre una certa percentuale (33,33%) porta a godere di una serie di vantaggi economici, lavorativi e fiscali.
I vantaggi per lavoratori invalidi o portatori di handicap
Per quanto riguarda il lavoro, chi è portatore di handicap o invalido potrà chiedere di non lavorare di notte e durante i giorni festivi, la riduzione dell’orario lavorativo da full time a part time, scegliere la sede di lavoro più vicina alla propria abitazione ed evitare il trasferimento da parte dell’azienda. Questi casi riguardano anche i parenti lavoratori che accudiscono il malato.
I vantaggi fiscali
La legge 104 dà diritto all’acquisto per esempio di un’auto che sia adatta alla guida e al trasporto dei disabili, con l’applicazione dell’IVA agevolata al 4% e la detrazione Irpef del 19%, l’esenzione del bollo auto e del pagamento del passaggio di proprietà su diversi tipi di veicoli.
Lo stesso vale per l’acquisto di computer, cellulari, stampanti e altri dispositivi che siano utili ad agevolare la comunicazione del titolare della legge 104.
Inoltre si può andare anticipatamente in pensione (a circa 60 per gli uomini a 55 per le donne), avere 2 mesi all’anno di contribuiti già pagati in vista del pensionamento pre tempore.
Tra le detrazioni rientrano anche quelle per le spese mediche e le visite periodiche e specialistiche nonché per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che beneficiano di una detrazione dell’Irpef al 36%.
I vantaggi per i parenti che accudiscono un beneficiario della legge 104
Un parente può accudire il malato e avvantaggiarsi di alcune agevolazioni a lavoro in parte già citate. Altre agevolazioni sono 3 giorni di permesso retribuito al mese, di un congedo che si definisce “straordinario” che arriva a 2 anni consecutivi o discontinui per parenti malati gravi, ma che può anche essere prolungato fino a 3 anni, nel caso in cui il malato da assistere sia un figlio in stato di gravità e abbia un’età fino a 12 anni. In questo arco di tempo il lavoratore percepirà lo stipendio al 30%.
Con il Job Act alcune delle agevolazioni della legge 104 per gli ammalati e per i parenti che li accudiscono sono state estese e rimodulate, ma sono comunque un’occasione per stare vicino ai propri cari in caso di estrema necessità.
Gli abusi della legge 104
Alcuni parenti che hanno la responsabilità di accudire i propri cari, malati o invalidi, perpetuano degli abusi nel godimento dei benefici della legge 104. Nello specifico impiegano i permessi in parte o totalmente in altre attività che non riguardano l’accudimento del congiunto.
Le ore, i giorni e anche gli anni di permesso di cui godono vengono retribuiti in parte dall’azienda e in parte con un’indennità dell’INPS per la legge 104, quindi con soldi dei cittadini. Nel caso ciò non avviene, o avviene solo in parte, si tratta di una frode ai danni del datore di lavoro e anche dei contribuenti che pagano le tasse all’istituto previdenziale.
La tutela dell’azienda e l’impiego dell’investigatore privato
L’azienda può tutelarsi, secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 8784 del 12/12/2014 e del 30/04/2015), con l’impiego legittimo di un investigatore privato che indaghi sul rispetto dei permessi retribuiti di un lavoratore che gode dei benefici della legge 104.
Secondo il contratto dei lavoratori, il datore di lavoro non può “spiare” il dipendente nello svolgimento delle sue funzioni, in quanto si configura il reato di violazione della privacy.
La Corte di Cassazione tuttavia ha ritenuto lecito e quindi legale da parte dell’Azienda di indagare sulla condotta leale o meno del dipendente, a fronte di un sospetto reale di mala fede.
Il controllo dei dipendenti è definito legittimo in questo caso in quanto fuori dall’orario lavorativo. Lo stesso potrebbe succedere con i controlli dell’Inps perché sono i 2 “enti erogatori” dei permessi retribuiti.
Il reato che si configura per il lavoratore è quello dell’assenteismo e i dipendenti inadempienti possono essere licenziati senza obbligo di preavviso, per “giusta causa” grazie al ruolo puntuale e provvidenziale di un investigatore privato.
Avvalersi dunque ai servizi dell’agenzia investigativa nel caso di dubbi fondati è un vantaggio e un modo per tutelare gli interessi dell’azienda, dei dipendenti e anche della collettività.