case farmaceutiche: controllo e misurazione forza vendita
Il lavoro del rappresentate farmaceutico
Svolgere un lavoro come quello del rappresentate farmaceutico è una responsabilità non solo di tipo professionale, in vista della diffusione di nuovi e sempre più efficaci farmaci, ma anche verso l’azienda dalla quale si dipende.
La lealtà di un dipendente però non è qualcosa che oggi si può dare per scontata e, nel caso di dubbi, ci si può rivolgere a un’agenzia investigativa.
Le verifiche rispetto al personale in certi casi diventano necessarie in quanto
nella forza vendita di una casa farmaceutica si concentra tutto il potenziale del marketing, della commercializzazione e della richiesta di farmaci, molti dei quali sono spesso indispensabili per i pazienti e vanno a beneficio del ritorno in termini di introiti.
La figura lavorativa del rappresentante farmaceutico è, però, in continuo movimento tra innumerevoli studi medici, farmacie e altre realtà ospedaliere della zona d’influenza.
Le case farmaceutiche hanno degli strumenti sia a livello di rendicontazione che di misurazione del volume di affari per intuire, ma senza la certezza massima, se i dipendenti come i rappresentanti farmaceutici impiegano le ore di lavoro al massimo della resa ed esclusivamente per la loro mansione, o meno.
Nel momento in cui alcuni dati di fatturato mostrano un calo rispetto alle statistiche del passato è il caso di approfondire il motivo.
Indagare sul lavoro svolto dalla forza vendita
Uno dei modi per saggiare il lavoro svolto da un rappresentare farmaceutico o da chi lavora viaggiando per diverse città, è quello di indagare sul suo operato.
Si possono sapere con esattezza quante ore effettivamente un dipendente dedica al lavoro tra uno studio e l’altro e per il ruolo che gli è stato affidato, e quanto in realtà è invece destinato ad altre attività che non sono prettamente lavorative.
L’attività di controllo che può essere affidata a un’agenzia investigativa è del tutto lecita, in quanto non c’è violazione della privacy e la legge permette di verificare l’effettivo svolgimento dell’attività lavorativa (ma non la qualità) dei dipendenti.
Tale diritto dell’azienda, che comunque tutela anche il lavoratore entro centri limiti, era già stato sancito con lo statuto del 1970.
Nello specifico caso della case farmaceutiche, quando c’è un dubbio fondato sulla reale operatività del dipendente, è lecito verificare con fatti incontrovertibili se sia effettivamente ligio al dovere lavorativo.
L’azione investigativa non si limita soltanto ai casi in cui è necessario il controllo e la misurazione della forza vendita, ma anche quando lo stesso dipendente richiede frequentemente permessi, si avvale di alcune leggi come per esempio la 104 che permette di assentarsi dal lavoro per assistere un familiare infermo per 3 giorni al mese e in tutti quei casi nei quali c’è un atteggiamento professionale non conforme e con un’effettiva resa.
La stessa corte di Cassazione di Milano nel 2010 ha confermato questa facoltà dell’azienda d’ingaggiare un investigatore privato proprio nel caso di un dipendente rappresentante farmaceutico, che era stato oggetto di licenziamento “per giusta causa”.
Il lavoro dell’investigatore privato per le aziende
Nel caso di un azione investigativa intentata per un dipendente che si sospetta sia infedele o al limite nullafacente per quanto concerne le case farmaceutiche, il dubbio è legittimo anche a motivo della distanza fisica dai propri dipendenti.
A volte la stessa casa farmaceutica è a centinaia di km di distanza o comunque la prestazione lavorativa non avviene in un ambiente delimitato, come può essere il classico ufficio.
La relazione che alla fine dell’indagine investigativa viene stilata, può essere naturalmente portata come prova in tribunale ed è valida a tutti gli effetti.
Inoltre, in fase di dibattimento e quindi di sentenza, nel caso in cui il dipendente non sia ancora stato licenziato, si configura la possibilità di richiedere un risarcimento per gli stipendi percepiti indebitamente.
In aggiunta, nel caso in cui il dipendente non abbia svolto l’effettivo compito durante i permessi in forza della legge 104, anche l’Inps sarà risarcita della quota erogata a copertura dell’indennità.
Le implicazioni, come è evidente, sono molte nel caso in cui uno o più dipendenti della forza vendita non svolgano le effettive ore di lavoro per le quali hanno firmato un contratto o percepiscono un onorario.
Per quanto riguarda la definizione dell’infrazione di un lavoratore come il rappresentate farmaceutico, si può paragonare a quella dell’assenteismo.
L’azienda può richiedere, dunque, un pedinamento quando nella maggior parte dei casi ha bisogno soltanto di una conferma.
Inoltre, a seconda dei singoli casi che potrebbero essere portati in tribunale sulla base della relazione dell’investigatore privato, si può arrivare a definire contestualmente l’inefficienza del lavoratore.
In tal caso un dipendente di una casa farmaceutica non è del tutto “assente” dal lavoro, ma comunque non lo ha svolto per il tempo pattuito.
L’agenzia di investigazioni si rivela pertanto assai utile per scoprire frodi e danni al marketing delle case farmaceutiche, con il vantaggio di tenere in forze soltanto i lavoratori effettivi ed eliminare quelli improduttivi.