Dipendente filmato dall’investigatore privato: il controllo è lecito
Licenziato il lavoratore che dice di essere in malattia e, invece, viene scoperto dall’investigatore assoldato dall’azienda che lo scopre svolgere attività incompatibili con il certificato medico.
L’azienda può mettere alle calcagna deidipendenti assenti per malattia uninvestigatore privato che ne controlli i movimenti: questi può riprendere, con unatelecamera, il lavoratore mentre svolge attività incompatibili con la patologia dichiarata nel certificato medico (ad esempio, se a fronte di una lombosciatalgia, il dipendente viene sorpreso sollevare carichi pesanti; se, a fronte di una convalescenza da polmonite, viene trovato in giro per la città a fare spesa). In tal caso è legittimo il licenziamento in tronco (senza cioè preavviso) intimato dal datore di lavoro sulla scorta dei filmati realizzati dal detective. Filmati che costituiscono una prova se non contestati con adeguate e convincenti motivazioni. È quanto chiarito dalla Cassazione poche ore fa [1].
Va licenziato chi si finge malato. È inoltre legittimo, da parte del datore, utilizzare, per mascherare il “truffatore” le immagini video e le fotografie realizzate, su suo incarico, da un’agenzia investigativa assunta per v
verificare l’attendibilità della certificazione medica. Il licenziamento è valido anche se il dipendente è stato presente allavisita fiscale del medico dell’Inps. Sebbene, infatti, la malattia sia effettiva e già certificata e non si possa neanche pretendere che il malato stia in casa anche dopo l’arrivo del medico o fuori dagli orari della visita fiscale, egli comunque non può mai compiere attività che possano, in qualsiasi modo, pregiudicare una rapida guarigione. Chi, insomma, pone attività incompatibili con la malattia non fa che ledere la fiducia che lo lega all’azienda.
fonte: laleggepertutti.it