Dipendente: Se denuncio un superiore vengo licenziato?
Denunciare le scorrettezze del capo di lavoro non costituisce una condotta contraria al dovere di fedeltà verso l’azienda.
Il dipendente che denuncia, ai vertici dell’azienda ove lavora, le scorrettezze poste dal proprio superiore gerarchico non può essere licenziato. Specie se tali doglianze vengono accompagnate da una lettera di un avvocato penalista che avvalora la ricostruzione del proprio assistito e contesta espressamente tali comportamenti, paventando il rischio di un’azione legale. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza [1].
Segnalare ai titolari della società dove si lavora illeciti, offese e abusi di un superiore non è un comportamento scorretto, non è indice di infedeltà o di insubordinazione, né può essere considerato un comportamento che lede l’immagine dell’azienda.
Il dipendente è libero di esercitare, in tali termini il «diritto di critica». Affinché questi però non passi dalla ragione al torto, è necessario che, nella denuncia, non faccia ricorso a «espressioni corrette e civili» ed eviti «la diffusione delle notizie all’esterno dell’ambito lavorativo, così da escludere ogni lesione all’immagine della società». Inoltre, circostanza non da poco, è necessario che i fatti denunciati con la lettera corrispondano a verità.
fonte: laleggepertutti.it